Il Jobs Act, i sindacati e lo sciopero. Il premier Matteo Renzi interviene di prima mattina dai
microfoni di Rtl 102.5, “non mi preoccupo di far scioperare le persone, ma farle lavorare. Anziché
passare il tempo a inventarsi ragioni per fare scioperi, mi preoccupo di creare posti di lavoro perché
c’è ancora tantissimo da fare”, commenta a proposito dello sciopero generale proclamato da Cgil e
Uil. Invidio molto quelli che passano il tempo a organizzare scioperi’’, dice il premier rivolgendosi
non certo ai lavoratori, ma ad alcuni sindacalisti. Insomma, io non mi rassegno, afferma Matteo
Renzi, possono fare gli scioperi, ma abbiamo promesso che cambieremo e, piaccia o non piaccia a
sindacalisti, oppositori e gufi, cambieremo il paese perché lo abbiamo promesso agli italiani.
Quanto alla legge delega sul lavoro ’’siamo pronti a mettere la fiducia se serve, staremo a vedere.
Siamo pronti sui decreti attuativi, saremo rapidissimi’’, avverte. La macchina Italia funziona bene e
lo dimostreremo quando avremo fatto le riforme che stiamo facendo”, dice il premier, il paese è
diviso in due, tra chi si rassegna e chi va avanti. Ma chi oggi in Italia continua a tener duro sta
ottenendo risultati. Per Renzi, questincredibile Italia, è divisa anche tra chi protesta e chi ci prova,
Salvini e Camusso sono facce della stessa medaglia, li rispetto, fanno il loro lavoro, ma loro sono i
leader della protesta, mentre io devo governare”. Sulle possibili dimissioni del Capo dello Stato,
afferma che il presidente della Repubblica è un galantuomo di grande levatura, ha fatto un discorso
durissimo sulla necessità di fare le riforme e tutti hanno applaudito. Quando dico che bisogna fare la
legge elettorale e le riforme velocemente, è perché se quel messaggio di Napolitano deve essere
preso sul serio, il presidente della Repubblica ha il diritto di vedere il Parlamento e discutere le
riforme. Commenta quindi la richiesta del Pg di Cassazione di applicare la prescrizione sulla
vicenda Eternit “non è un reato, o se è un reato ma prescritto, vuol dire che bisogna cambiare le
regole del gioco, non ci deve essere l’incubo della prescrizione. Parlando da cittadino italiano,
prosegue, mi colpisce e mi fanno venire un po’ di brividi le interviste ai familiari, a vedove e figlie
che mostrano una dignità straordinaria perché credono nella giustizia più di quanto a volte fa un
servitore dello Stato. E continuano a combattere, con l’idea di aggrapparsi al tema della giustizia
come etica del Paese”.